PASTA ARTIGIANALE DA MACINAZIONE A PIETRA ESSICCAZIONE A BASSA TEMPERATURA, TRAFILATURA AL BRONZO, SEMOLA DI GRANO DURO SICILIANO
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 Perché preferire farine macinate a pietra?

  

 La scarsa velocità della ruota mobile mantiene bassa la temperatura durante la molitura e fa si che la farina non corra alcun rischio di “cottura”, preservandone al meglio le qualità organolettiche. Il germe e gli oli essenziali del chicco di grano s’impastano con la parte amidacea dando alla farina una colorazione sul bianco avorio con punteggiature beige scuro: si garantiscono profumi più complessi, maggior gusto e conservazione di molte proprietà benefiche presenti nel grano. 

 In seguito vi è la raffinazione ( abburattamento): la farina esce dalle macine ed entra in un cilindro di stoffa dove per sbattimento viene fatta la separazione della crusca e del cruschello. 


 Nel mulino a cilindri tradizionale, invece, il chicco viene sfogliato a partire dagli strati più esterni fino a quelli interni, sfogliando praticamente il chicco e arrivando ad una depurazione molto profonda che impoverisce la farina, peraltro già scioccata dal surriscaldamento dell’alta velocità di macinazione.
Quindi, il mulino a pietra, per quanto possa macinare il grano più o meno finemente non produrrà mai una farina raffinatissima tipo 00 ma sempre una tipo 0, 1 e 2: una farina cioè non bianchissima e quindi non impoverita di sostanze importanti come proteine, vitamine (B1,B2,PP, B6) magnesio, calcio, e altri sali minerali.

                     

Fonte: Molino Ripamonti

 Utilizziamo solo farina macinata a pietra

 

La macinazione a pietra garantisce al chicco di rimane interamente nella farina che esce dalla macina e la crusca non viene separata durante la fase di macinatura riuscendo così a preservare le proprietà lipidovitaminiche della farina stessa, grazie alla ridotta velocità di macinazione che ne evita il surriscaldamento. 

Inoltre, con il processo di molitura a pietra si preserva anche il germe del grano, contenente sostanze proteiche particolarmente preziose, che con i processi di raffinatura industriali andrebbe invece eliminato preservando solo la frazione amidacea, povera di vitamine e proteine.” 

La macinazione a pietra ha un’esperienza plurimillenaria, produce una farina a granulometria irregolare, una più elevata presenza di crusche e totale conservazione del germe. 

E’ conoscenza popolare che la farina macinata a pietra sia molto più saporita ricca e digeribile. La differenza è ancora piu’ sensibile quando si macinano cereali di elevata qualità poichè proprio nel germe, che questo tipo di macinazione riesce a conservare, è contenuta la parte più nobile e saporita del seme.
Il vecchio mulino a pietra permette di ottenere l’apertura di buona parte dello strato aleuronico, impregnando la farina con l’olio di germe, cosa che invece non avviene con la moderna macinazione a cilindri.

Allora perché non si macina più a pietra? Semplice, i costi di macinazione sono raddoppiati i tempi si dilatano ed i consumi di energia sono diversi. 

 Le farine integrali o semi-integrali

sono ricche di germe e crusca

 

Purtroppo le macinazioni moderne industriali sono molto veloci ed utilizzano cilindri che girano alla velocità di 300-350 giri il minuto contro gli 80-100 dei vecchi mulini con macina a pietra  provocando un danno alla farina, togliendo parte della sua forza nutritiva, ossidando preziosi elementi e depauperando le farine estromettendo il prezioso germe e le parti esterne del chicco ricche sostanze preziose per il nostro organismo e togliendo in bocca il sapore caratteristico che i nostri nonni conoscevano. 

Queste farine così lavorate vengono vendute come prodotti dietetici separati dal suo contesto originale perdendone quindi il valore nutrizionale. 

Le migliori farine per la nostra salute erano e debbono ancora essere quelle integrali macinate a pietra, solo così si ottiene un prodotto le cui fibre puliscono l’intestino dalle tossine e dal colesterolo, svolgendo anche un’azione regolatrice sull’assorbimento dei glucidi e sul transito intestinale. 

In ragione di queste qualità le fibre vegetali hanno un‘azione profilattica sul diabete, sulle malattie intestinale, cancro dell’intestino, malattie cardiache e tensione arteriosa.
Caratteristica essenziale però è che devono essere di fresca macinatura ideale sarebbe quindi macinare la farina al momento di utilizzarla. 

 

 - PASTA ARTIGIANALE DA MACINAZIONE A PIETRA

  La Farina "00" : Perché fa male?   

 

 Quando mangiamo prodotti raffinati, tra cui il pane bianco, gli zuccheri presenti nel sangue aumentano improvvisamente e in maniera notevole e di conseguenza il nostro organismo produce più insulina, che porta all’incremento di grassi depositati e favorisce un rapido aumento di peso e di trigliceridi elevati. Tutto ciò può causare malattie cardiache. Inoltre, col passare del tempo, la produzione di insulina si blocca perché il pancreas è troppo carico di lavoro, provocando stati patologici come l’ipoglicemia e malattie come il diabete. L’unico modo per ovviare al problema è consumare prodotti integrali, ma bisogna stare attenti! Perché spesso il pane integrale venduto nei supermercati è “finto” e lo si può riconoscere perché è più chiaro di quello “vero”. Negli scaffali dei supermercati troviamo anche altri finti prodotti integrali come pasta, fette biscottate, crackers e dolci. La maggior parte di questi viene prodotta aggiungendo alla farina 00 della crusca finemente rimacinata, che è un residuo della raffinazione.  E il danno provocato dai “finti prodotti integrali” è doppio, spiega in Dott. Franco Berrino medico ed epidemiologo italiano, perché “provoca l’indice glicemico alto della farina raffinata e l’effetto dannoso della troppa crusca, che è quello di ridurre l’assorbimento del ferro e del calcio“. E in merito alla farina 00 biologica l’epidemiologo ha spiegato: “Così si trova anche il paradosso assurdo del supermercato che ti vende la farina 00 biologica. Ma come si può sciupare un grano biologico per fare una farina 00? Se mangio la farina 00 posso prendere anche quella non biologica, tanto i pesticidi rimangono nella parte integrale, cioè nel germe e nella crusca, e dunque sono eliminati col processo di raffinazione che porta alla 00“.

Dunque la cosa ideale da fare, sempre secondo Berrino, è “acquistare grano biologico dai nostri contadini (possibilmente il grano duro, che ha un contenuto più basso di zuccheri) e macinarselo da soli. In casa“. Su internet si possono trovare dei mulini a pietra di dimensioni ridotte e i costi vanno dai 300 ai 500 euro. Un investimento che in un periodo di crisi può essere gravoso per molte famiglie, ma che sicuramente farà risparmiare sia in salute che in denaro in futuro.

Fonte: “Newspedia” 

 

Come faccio a sapere quale tipo di farina sto comperando?

 

La cosa migliore è chiedere i dettagli di composizione al Molino perchè può fornire la specifica di quante e quali parti del chicco sono presenti nello sfarinato.
Altrimenti si cerca la classificazione di legge scritta sul sacco ovvero i famosi numeri 00, 0, 1, 2,  ed “integrale”.
Questi numeri indicano quanta (e solo quanta) porzione di strati esterni del chicco è diventatafarina (il cd. tenore in ceneri): più elevato è il numero, più scura e ricca di elementi nutritivi è la farina.
La macinazione a cilindri è il sistema di macinazione industriale più diffuso.

Consiste nel polverizzare il grano, privato delle parti non commestibili e del germe, facendolo passare per una serie di cilindri rigati o lisci che spogliano il chicco strato per strato, in modo graduale, fino ad arrivare alla parte centrale amidacea.
Ad ogni passaggio di macinazione si ottiene uno sfarinato composto essenzialmente dallo strato del chicco che è stato levato.
Quando si arriva a macinare il cuore del chicco si ottiene la farina 00, la più raffinata.
Per ottenere una farina di tipo "0" o "1" o "2" o "integrale" si miscelano vari passaggi di macinazione in modo da ottenere il tenore in ceneri stabilito dalla legge.

Riportiamo di seguito una interessante intervista al Prof. Franco Berrino epidemiologo:

La farina peggiore è sicuramente la 00, oppure la Manitoba, che si trovano al supermercato: quattro volte su cinque saranno d’importazione, macinate a cilindri, candeggiate, e ricavate da grani moderni che hanno un contenuto elevato di glutine. Si riconoscono facilmente perché sono bianche come la calce”

Fortunatamente esistono ancora aziende che rispettano quello che la natura ci offre.

 

 

 

 

La lavorazione della Nostra PASTA ARTIGIANALE.


 La pasta Prato nasce da una tradizione che si tramanda da  generazioni di coltivatori diretti di  grano, che operano nella zona di Valguarnera (EN). Viene sapientemente realizzata seguendo una filiera al 100% siciliana. Il seme viene scelto, stoccato, lavato e lavorato a pietra alla bassissima velocità  di appena 80 - 90 giri al minuto, controllata, garantendo una macinazione “fredda” che lascia inalterate le caratteristiche organolettiche del chicco e quindi il suo il sapore ed odore.

 Il risultato finale è un  prodotto di assoluta  ECCELENZA  SICILIANA.  

   

Salvatore Prato, è cresciuto in un ambiente sano tra i campi di grano ed ha scelto di dare valore alla qualità ed alla difesa del territorio in cui è nato, seguendo un progetto spinto da una passione trasferita dai propri cari. Per la realizzazione di questo importante obbiettivo si deve essere una grande famiglia, clienti compresi che sono il risultato della qualità del lavoro svolto. 

Dalla varietà del chicco, alla macinazione, ed infine alla pastificazione, la nostra filiera 100% SICILIANA è stata programmata per fornire al cliente un prodotto di indubbia qualità. Inoltre la trafilatura al bronzo conferisce alla superficie del prodotto finito porosità e ruvidità, il che significa una maggiore capacità di trattenere vari tipi di condimento di qualsiasi natura. 

Le matrici al teflon, invece, sono più celeri e scorrevoli, assicurano in definitiva una maggiore velocità di produzione e non abbisognano necessariamente di semole di alta qualità, al contrario della trafilatura al bronzo. 

La trafilatura al teflon, largamente utilizzata a livello industriale dà come risultato finale un prodotto dalla superficie liscia e dall’aspetto lucido, una pasta insomma più adatta a tipi di condimento meno elaborati. 

Un altro pregio legato alla trafilatura in bronzo è dato dalla fase successiva, l’essiccazione della pasta che essendo a temperature molto basse, e con tempi decisamente più lunghi rispetto al teflon, da anche una maggiore “tenuta” dei nutrienti della pasta stessa e delle qualità organolettiche del grano.

 

 

 

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